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9 dicembre 2010 4 09 /12 /dicembre /2010 11:14

 Quando si progetta uno spazio a tavolino non si può non considerare quale poi sarà la visione di tale spazio, poiché, come si è visto, la perce zione dello spazio è strettamente legata al campo visivo.
 Il campo visivo umano è piuttosto ampio, ma non tutto ciò che viene  percepito contemporaneamente dall'occhio viene poi rielaborato dal cervello con la stessa definizione di immagine. Ci si può riferire ad un campo visivo centrale e ad uno periferico: il primo ha un cono piuttosto chiuso che non supera i trenta gradi attorno al punto osservato ed è in grado di trasmettere informazioni molto nitide e dettagliate; è quello che viene usato, per esempio, nella lettura o scrittura di un testo o nell'esecuzione di un lavoro manuale puntuale.
Il secondo, o campo visivo periferico, ha un angolo di apertura più ampio, 120°, e permette di raccogliere informazioni più generiche: volumi, luci, colori, altezze, sporgenze, ecc. Questo tipo di informazioni giungono al cervello non nitide, ma sfuocate, tuttavia complementari a quelle inviate dal campo visivo centrale.


Il cervello elabora le informazioni trasmesse dal campo visivo e percepisce lo spazio in maniera differente a seconda di come quest'ultimo è organizzato.Per esempio, se ci troviamo all'interno di un volume chiuso e il campo visivo è in grado di abbracciare almeno due pareti, oltre al pavimento e al soffitto, l'immagine percepita produce una sensazione di sicurezza.
Analogamente un ambiente lungo e stretto produce una sensazione di oppressione e un ambiente alto da una sensazione di grandezza e luminosità.
 Anche guardare verso il basso da un terrazzino, per esempio, produce una sensazione di insicurezza e fa sembrare il punto di osservazione  più alto di quanto non sia in realtà.
 Il contrario avviene se si rivolge lo sguardo verso l'alto, si genera una sensazione di sicurezza e si ha l'impressione che l'oggetto osservato sia più basso.

 

L'utilizzo delle sensazioni che generano la percezione diversificata degli spazi, permette di progettare diversamente gli ambienti a seconda del messaggio che si ritiene di trasmettere.
Per fare un esempio, prendiamo la stessa stanza e caratterizziamone le pareti con l'uso del colore o di una tappezzeria a disegno geometrico, in cui prevalga nella prima il disegno verticale, nella seconda quello orizzontale: nel primo caso otterremo un effetto statico e di chiusura dell'ambiente, nel secondo, dove l'andamento orizzontale riproduce idealmente le linee della costruzione prospettica, si otterrà l'effetto opposto, cioè dinamicità e fluidità dello spazio. Anche intervenendo sulle finlture dei pavimenti si possono creare  sensazioni diverse. L'utilizzo di colori pieni o texture, cioè disegni a trama geometrica, produce effetti differenti.


Il nero e i colori scuri che assorbono molto la luce comunicano la sensazione di rimpicciolimento dello spazio; al contrario il bianco e i colori chiari, riflettendo la maggior parte della luce, producono sensazioni di spaziosità e ingrandimento.
 Le righe verticali producono una sensazione di allungamento e quelle orizzontali di allargamento. Linee diagonali e quadrettature, non privilegiando una particolare direzione rispetto al locale, danno la sensazione contemporanea di allungamento e allargamento, favorendo l'idea di uno spazio dilatato. Questo effetto nei piccoli ambienti si ottiene grazie alla contemporanea combinazione di pavimento di colore chiaro e posa diagonale del materiale.
 È utile tener presente che affiancare un colore chiaro ad uno scuro accentua la luminosità del primo e la cupezza del secondo, rafforzando il contrasto fra i due.


Nei bagni infatti, generalmente piccoli, si usa scegliere una ceramica scura per il pavimento e una chiara per le pareti.
Se si vuole aumentare visivamente la superficie del bagno, occorre, se possibile, utilizzare lo stesso pavimento del locale attiguo, senza spezzare la continuità dei materiali; posare un pavimento non troppo scuro, in diagonale; risvoltare a parete con lo stesso materiale per creare una zoccolatura per non sottolineare lo stacco fra parete chiara e pavimento scuro.
 Per rendere poi più dinamico lo spazio ristretto, bisogna introdurre degli elementi orizzontali quali greche, torelli, o "matite" che richiamino la tonalità o il materiale del pavimento e introdurre, in corrispondenza del lavandino, vaste superfici a specchio, a filo con il rivestimento.


Rispetto alle dimensioni dell'ambiente, il soffitto del bagno risulta spesso sproporzionatamente alto; si possono allora con profitto realizzare ribassamenti totali o parziali, oppure tinteggiare il soffitto con un colore scuro, simile al pavimento, in grado di produrre un effetto di oppressione, capace di proporzionare otticamente se non tisicamente il locale.
 Al contrario gli appartamenti moderni hanno soffitti in genere molto bassi: 2,70 m. La scarsa altezza può generare una sensazione di oppressione; intervenendo col colore è ancora possibile modificare la sgradevole sensazione prodotta.
 Tinteggiando il soffitto con uno smalto scuro molto lucido, si produce un effetto specchio fumé, su cui si riflettono le pareti idealmente allungate nella superficie lucida.


Di uno spazio chiuso l'occhio umano percepisce la scatola: se l'ambiente è piccolo la scatola risulterà opprimente.
 Per evitare che il cervello ricostruisca la scatola in cui si trova e ne  valuti emotivamente le dimensioni, si può cercare di nascondere al campo visivo gli spigoli. Se manca la visione reale dello spigolo, le pareti vengono messe in relazione con altre pareti, creando un effetto dinamico dello spazio, non più chiuso all'interno della scatola.
Anche in questo caso il rivestimento del pavimento che risvolta sulle pareti opererà la cancellazione dello spigolo fra superficie orizzontale e verticale, produccndo una sensazione di maggior larghezza del pavimento.
 Per "cancellare" invece gli spigoli verticali fra le pareti si possono utilizzare particolari texture (trame) eseguite con la tinteggiatura quali: spugnati, nuvolati, lavorazione a straccetlo, stucco veneziano, ecc.; oppure si possono usare tappezzerie a disegno geometrico, con l'accortezza di non scegliere trame eccessivamente invasive che creerebbero l'effetto collaterale di oppressione.


 Il modo migliore di nascondere all'occhio dell'osservatore gli spigoli e un utilizzo mirato dell'arredamento o dei complementi di arredo.
 Nell'angolo fra due divani si può collocare una lampada a piantana,  sufficientemente voluminosa da nascondere alle sue spalle lo spigolo della stanza. Si può collocare un mobile ad angolo o una pianta alta.
Per quanto concernc gli spigoli tra pareti e soffitto, se abbiamo la fortuna di avere stanze con soffitti alti oltre i tre metri, si possono introdurre elementi curvi in gesso che raccordino la superficie orizzontale del soffitto con quella verticale delle pareti.Queste gusce in gesso sono particolarmente utilizzate nelle vecchie case per ovviare, fra l'altro, a problemi di crepe fra pareti e soffitti in arelle, o cannicciato, intonacate, molto flessibili, poste in continuità con le strutture più rigide delle pareti in mattoni e perciò soggette a fessurazioni.


 Un'altra soluzione ci viene dal colore. Se si tinteggiano le pareti verticali di un colore diverso da quello del soffitto, che generalmente viene  lasciato bianco, è opportuno risvoltare sulla parete sottostante una fascia di pochi centimetri dello stesso colore del soffitto, eliminando lo spigolo fra parete e soffitto; una fascia troppo alta produrrebbe l'effetto indesiderato di abbassare la parete. Anche l'utilizzo di specchi, posizionati in prossimità dagli spigoli, può eliminare i limiti visuali di uno spazio: l'immagine riflessa della parete ortogonale allo specchio produce un allungamento virtuale del campo visivo.

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