Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
2 dicembre 2010 4 02 /12 /dicembre /2010 11:04

L'utilizzo di stratagemmi ed effetti che modifichino lo spazio a favore dello spettatore è un espediente ben noto nella storia dell'Ar­chitettura. L'esempio più sorprendente è la soluzione del Bramante nella basilica di Santa Maria presso S. Satiro a Milano, dove la falsa abside è ottenuta creando, con una finta prospettiva a stucco, l'illu­sione di una volta a botte dietro l'altare maggiore. Il Bramante fece qui tesoro di un espediente pittorico e lo introdusse nell'architettu­ra; inoltre, per evitare che la finta prospettiva apparisse un discutibi­le artificio scenografico, creò sapientemente un accorto gioco di luci all'interno della basilica per mascherare ancor meglio l'illusione prospettica.


Molti sono gli esempi famosi in cui la componente "illusoria" modi­fica lo spazio percepito visivamente allo scopo di celebrare potenza e grandezza attraverso l'illusione visiva delle tecniche artistiche: dal Partcnonc, alla scala regia del Bernini in Vaticano, fino alle acrobatiche prospettive illusionistiche di Fratel Pozzo nella chiesa di S. Francesco Saverio a Mondovì.
Il Partenone, grandioso tempio collocalo sulla sommità di un'altura e visibile dall'intera città di Atene sottostante, venne costruito da Pericle dopo le impopolari guerre persiane per abbellire l'Acropoli, rendendosi così gradito al popolo.
A questo impareggiabile simbolo del culto greco si accede da un percorso in salita che conduce alle base delle sue gigantesche colonne.

 

L'antico greco che si recava a porgere omaggio alla divinità, una volta giunto ai piedi del colonnato, alzava lo sguardo e coglieva la per fezione del prospetto rettangolare del tempio, sormontato dal timpano triangolare.
E la perfezione ideale dell'edificio a stabilire con l'occhio umano un rapporto sensoriale opportunamente modificato e ad imporre, diretta­mente sul piano emotivo, una grandiosità monumentale di ammirevole armonia e perfezione, che supera l'imperfezione della natura umana. In realtà se l'edificio fosse stato realizzato secondo uno schema di perfezione formale, cioè con un prospetto perfettamente rettangolare e con colonne esattamente cilindriche, sarebbe sembrato "sbagliato" al­l'occhio dello spettatore.
Agli antichi greci era ben chiaro il concetto di deformazione prospettica che caratterizza gli edifici di grandi dimensioni: visto dal basso, l'edificio subisce una deformazione tale per cui alla base si pre­senta più largo che alla sommità. Immaginando il lento percorso di avvicinamento al tempio lungo un sentiero che si sviluppa dal basso, l'architetto volle che il prospetto del tempio non si deformasse a causa della visione prospettica, pertanto è stato realizzato con la parte superiore leggermente più larga rispetto alla base, così che all'occhio umano risultasse un rettangolo perfetto, una visione mirabilmente organica e plastica dell'intero complesso.

 

Questo tipo di attenzione progettuale in funzione del risultato finale deriva da uno studio psicologico, componente non trascurabile in archi­tettura.
La realizzazione di un imponente edificio di culto ha un valore alta­mente simbolico e l'obiettivo da trasmettere al popolo è un messaggio di grandiosità e perfezione: se l'occhio umano avesse visto deformato il Partenone il messaggio che si voleva trasmettere sarebbe stato vanificato. Analogamente si possono applicare piccole deformazioni spaziali all'interno dei nostri appartamenti per correggere o modificare quello che il nostro occhio percepisce.
Si introduce così, oltre alla componente razionale, una componente legata alla percezione psicologica dello spazio e del suo significato. Molto ingegnoso a questo proposito è l'esempio della scala regia del Vaticano.

 

Anche in questo caso era prioritario il messaggio che l'architettura doveva trasmettere all'osservatore, al fedele, al pellegrino.
Il messaggio era quello della purificazione, dell'ascesa alla perfezione celeste, ma contemporaneamente si doveva trasmettere il concetto che la via alla luce eterna è lunga, ma pur essendo una meta distante, la luce eterna è visibile in fondo al cammino, come guida dei nostri passi.
Di qui la scelta progettuale della scalinata, percorso in salita e fati­coso, illuminata alla sommità dall'apertura di una finestra la cui luce acceca il pellegrino durante la salita.

Lo spazio a disposizione per la realizzazione della scala non era molto; per ovviare all'esiguità dello spazio si è creato un gioco prospettico che fa sembrare l'angusto vano più profondo di quanto ef­fettivamente non sia. L'architetto è riuscito a ottenere, entro un breve spazio, un effetto monumentale facendo lievemente convergere, nella seconda rampa della scala, il colonnato ionico che la fiancheggia e re­stringendo l'apertura della volta a botte.

Condividi post
Repost0

commenti

Presentazione

  • : Blog di progettazione d'interni
  • : Blog dedicato al mondo della progettazione d'interni dove potrete trovare informazioni tutili sulla casa e sull'arredamento
  • Contatti

Ricerche

Categorie